Un seno troppo piccolo, svuotato dopo una gravidanza o segnato da un importante dimagrimento può creare disagio e influenzare la percezione di sé, spingendo molte donne a valutare soluzioni per ritrovare armonia e sicurezza.
L’aumento del seno, noto come mastoplastica additiva, è infatti uno degli interventi di chirurgia estetica più richiesti a livello globale. Chi si avvicina a questa procedura si interroga spesso sulla sicurezza, sulle tecniche più moderne e sui risultati realmente raggiungibili. È del tutto normale avere dubbi e paure riguardo a un intervento così significativo.
Questa guida clinica è stata redatta sotto la supervisione del Dott. Pietro Campione, Medico Chirurgo, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (FNOMCeO PRATO #1168), con l’obiettivo di offrire informazioni accurate, basate sull’evidenza scientifica e sull’esperienza clinica, per aiutarti a prendere una decisione informata e consapevole.
⚠️ DISCLAIMER MEDICO
Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente informativo e non costituiscono un parere medico personalizzato, una diagnosi o una raccomandazione di trattamento. Consultare sempre il Dott. Pietro Campione o un medico chirurgo qualificato per una valutazione specifica del proprio caso clinico.
Indice
Mastoplastica Additiva: Cos’è e Quando è Indicata
La mastoplastica additiva è l’intervento di chirurgia plastica che consente di aumentare il volume del seno e migliorarne la forma e le proporzioni rispetto al corpo. Si realizza generalmente attraverso l’inserimento di protesi mammarie in silicone medico, oppure, in casi selezionati, con il lipofilling (innesto di tessuto adiposo autologo).
Non si tratta solo di un “seno più grande”, ma di un percorso mirato a ristabilire l’armonia della silhouette e a migliorare, di riflesso, anche il benessere psicologico e la percezione di sé. In Italia, la mastoplastica additiva è tra gli interventi di chirurgia estetica più richiesti, proprio perché offre risultati duraturi e personalizzabili in base alle caratteristiche anatomiche e alle aspettative della paziente.
Obiettivi dell’intervento
La mastoplastica additiva viene scelta per diverse ragioni, tutte orientate a un miglioramento estetico proporzionato e naturale:
- Correggere l’ipotrofia mammaria, ossia un seno naturalmente piccolo o poco sviluppato.
- Compensare un’asimmetria evidente tra le due mammelle.
- Restituire volume dopo gravidanze, allattamento o dimagrimenti importanti.
- Integrare una ricostruzione mammaria dopo interventi oncologici.
- Ricostruire malformazioni mammarie come la mammella tuberosa o la sindrome di Poland.
Indicazioni cliniche
L’intervento è raccomandato per donne che abbiano raggiunto la piena maturità fisica (di norma dai 18 anni in su), in buono stato di salute generale e con aspettative realistiche sui risultati. Parte integrante del percorso è il Consenso Informato, che aiuta la paziente a comprendere i benefici e i rischi della procedura e a compiere una scelta consapevole.
La Forma del Seno: Armonia e Proporzioni
Uno degli aspetti più importanti della chirurgia estetica del seno non è soltanto l’aumento di volume, ma il raggiungimento di un risultato che sia armonico e proporzionato con il resto del corpo.
Un buon intervento deve garantire un aspetto del seno naturale, rispettando le caratteristiche anatomiche della paziente e valorizzandone l’unicità. In questo percorso, il ruolo del chirurgo plastico è fondamentale: accompagnare la donna nella scelta più adatta, tenendo in considerazione i suoi desideri, le sue aspettative e i limiti biologici che assicurano sicurezza e stabilità del risultato.
Durante la prima visita, vengono valutati con attenzione diversi fattori clinici e morfologici, tra cui:
- le proporzioni del torace,
- la qualità della ghiandola mammaria,
- l’elasticità dei tessuti cutanei,
- eventuali asimmetrie di partenza.
- Lo spessore dei tessuti che copriranno la protesi
Sulla base di queste valutazioni, il chirurgo discute con la paziente le possibili opzioni: dalla tipologia di protesi più indicata, al piano di impianto, fino agli strumenti di simulazione pre-operatoria che aiutano a prevedere il risultato.
Esempio mastoplastica additiva con simulazione 3d
Utilizzo frequentemente sistemi di simulazione 3D che permettano alla paziente di visualizzare in anteprima come, diversi volumi e forme di protesi, potrebbero armonizzarsi con il suo torace.
Preferisco decisamente una simulazione eseguita in studio con appositi sistemi costituiti da protesi-sizer, reggiseni e top che permettano alle pazienti di vedersi immediatamente allo specchio nella propria interezza con l’idea del volume desiderato, piuttosto che le simulazioni effettuate esclusivamente dall’intelligenza artificiale e tramite programmi di morphing.
Queste ultime infatti appiattiscono e rendono generici i risultati non permettendo di vedersi nell’interezza, se non in una foto statica elaborata artificialmente dal programma di morphing. Inoltre questi programmi non riescono ad adattarsi a certe anomalie mammarie come la base stretta e non tengono conto correttamente dell’areola e del capezzolo.
Ricordo ad esempio il caso di una giovane donna con corporatura tonica e sportiva: il suo desiderio iniziale era un volume piuttosto importante, ma grazie alla simulazione siamo riusciti a valutare insieme che un impianto più contenuto avrebbe garantito un risultato proporzionato e naturale, evitando eccessiva tensione sui tessuti.
Ho scelto protesi anatomiche posizionate in dual plane per assecondare la richiesta, infatti la paziente ha apprezzato sia il processo di collaborazione nella scelta, perché le ha permesso di sentirsi parte attiva della decisione, con una scelta realistica e in linea con la sua anatomia sia la scelta della protesi.

L’esito è individuale e non è garantito come standard. Immagine pubblicata con consenso.
Esempio mastoplastica additiva non 3d – 28 anni, corporatura minuta desiderio di seno piccolo
“Modella alta 180cm, ma con un torace stretto, estremamente minuta e tessuti molto sottili, desiderava un aumento naturale e proporzionato, che le consentisse di svolgere il suo lavoro di modella con una silhouette slanciata e longilinea ed un aspetto armonico. Dopo un’attenta valutazione abbiamo optato per protesi anatomiche a goccia, posizionate in dual plane, di media piccola dimensione, che hanno permesso di ottenere un seno armonico, evitando l’effetto troppo marcato sul polo superiore che non sarebbe stato adatto alla sua corporatura esile.
Il risultato finale dimostra non solo la riuscita dell’intervento secondo le intenzioni della paziente ma, a mio avviso, anche un aspetto profondamente elegante adatto a chi, come lei che è una modella, deve indossare capi di ogni tipo, anche i più scollati, restando sempre raffinata: per questo abbiamo evitato un eccessivo effetto di “vicinanza“ tra i seni.

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La Scelta delle Protesi Mammarie: tipologie, materiali e personalizzazione
Uno dei momenti più delicati della pianificazione di una mastoplastica additiva è la scelta della protesi.
Non esiste una soluzione valida per tutte: la decisione dipende dalle caratteristiche anatomiche della paziente (torace, tessuti, elasticità cutanea) e dal risultato estetico desiderato.
Il ruolo del chirurgo plastico è proprio quello di accompagnare la donna in questo percorso, valutando desideri e aspettative ma anche i limiti biologici, per garantire un risultato armonico, sicuro e duraturo.
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Tipologie di protesi per forma
- Protesi rotonde: aumentano la proiezione del polo superiore, ideali per chi desidera un décolleté più evidente e pronunciato.
- Protesi anatomiche (a goccia): distribuiscono il volume soprattutto nella parte inferiore, offrendo un effetto più naturale e discreto.
Materiali e superficie delle protesi
Le protesi moderne sono riempite con gel di silicone coesivo, sicuro e stabile.
A seconda dell’involucro esterno, possono essere:
- Lisce: più mobili e naturali al tatto, oggi meno utilizzate per l’aumentato rischio di contrattura capsulare e per le dislocazioni che possono avere nel tempo.
- Testurizzate: superficie ruvida che aderisce meglio ai tessuti, riducendo il rischio di rotazione e contrattura.
- Rivestite in poliuretano: utilizzate in casi selezionati, per offrire un’ulteriore stabilità.
Questo articolo dimostra come il rischio di contrattura capsulare periprotesica è molto più alto con le protesi lisce se posizionate a livello sottoghiandolare rispetto alle testurizzate.
Parametri da valutare
Oltre a forma e materiale, ogni protesi può essere scelta in base a:
- Altezza e larghezza (compatibilità con la base toracica),
- Proiezione (quanto la protesi spinge in avanti),
- Consistenza del gel (più morbido o più compatto).
Esempio mastoplastica additiva con protesi rotonde – Giulia, 30 anni, dopo due gravidanze
Giulia dopo le sue gravidanze aveva perso volume al seno, completamente svuotato, soprattutto nella parte superiore. Il suo desiderio era ritrovare un décolleté più pieno.
In questo caso ho consigliato protesi rotonde, posizionate in dual plane, che hanno restituito pienezza e armonia a tutto il décolleté, anche nell’area superiore così provata dallo svuotamento.
Il risultato ha rispettato l’equilibrio con la base toracica e l’elasticità dei tessuti, rendendola inoltre davvero felice.

L’esito è individuale e non è garantito come standard. Immagine pubblicata con consenso.

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Esempio mastoplastica additiva con protesi anatomiche – Sara, 38 anni
Un passato di dimagrimenti eccessivi, dei problemi di postura dovuti ad una scoliosi. Un fisico travagliato ma con ottime basi che dovevano essere esaltato attraverso l’eleganza di una protesi anatomica dual plane.

L’esito è individuale e non è garantito come standard. Immagine pubblicata con consenso.

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Ed ecco il risultato.
La scelta della taglia: realismo e proporzioni corporee
Un aspetto molto importante è la scelta della taglia. La paziente può avere un desiderio specifico, ma la decisione finale deve rispettare i limiti anatomici: un impianto troppo grande può compromettere il risultato estetico e aumentare il rischio di complicanze.
Il chirurgo analizza parametri oggettivi come:
- la larghezza del torace,
- lo spessore e l’elasticità della pelle,
- la posizione del complesso areola-capezzolo.
- altezza della protesi rispetto ai tessuti che l’accoglieranno
L’obiettivo è sempre quello di raggiungere un equilibrio tra il desiderio della paziente e un risultato naturale, proporzionato e sicuro.
Il mio concetto di risultato bello e naturale tiene conto di un profilo quanto più regolare possibile con il capezzolo e l’areola ben centrati, nella visione frontale protesi non troppo vicine né troppo distanti.

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Per approfondire:
Tecniche Chirurgiche della Mastoplastica Additiva: Incisioni e Posizionamento delle Protesi
La riuscita di una mastoplastica additiva non dipende solo dalla scelta della protesi, ma anche dalla tecnica chirurgica utilizzata. Due aspetti fondamentali influenzano il risultato finale e il percorso di recupero: la via d’accesso (incisione) e il piano di alloggiamento della protesi. La decisione viene sempre presa insieme alla paziente, valutando con attenzione anatomia, qualità dei tessuti, obiettivi estetici e possibili rischi.
Le Vie d’Accesso: Dove Viene Effettuata l’Incisione
L’incisione serve a creare il passaggio necessario per l’inserimento della protesi. Il chirurgo sceglie la sede in modo da nascondere al meglio la cicatrice e garantire sicurezza intraoperatoria.
- Incisione sottomammaria: È la più utilizzata. Viene effettuata nel solco naturale sotto il seno, dove la cicatrice risulta ben nascosta. Offre un’ottima visibilità al chirurgo e riduce il rischio di danni ai dotti lattiferi.
- Incisione periareolare: Realizzata lungo il bordo inferiore dell’areola, detta emiperiareolare inferiore, sfrutta il contrasto di colore per rendere la cicatrice quasi invisibile. È indicata per areole di dimensioni adeguate. Può presentare un rischio leggermente maggiore di alterazioni della sensibilità o di interferenza con i dotti lattiferi.
- Incisione ascellare: Effettuata nella piega dell’ascella, consente di lasciare il seno completamente privo di cicatrici visibili. È una tecnica meno comune e tecnicamente più complessa, che richiede strumentazioni specifiche.
La scelta della via d’accesso dipende dall’anatomia, dal tipo di protesi e dalle preferenze della paziente, sempre nell’ottica di ottenere cicatrici il più possibile discrete.
I Piani di Alloggiamento: Dove Viene Posizionata la Protesi
Una volta effettuata l’incisione, la protesi può essere collocata in diversi piani anatomici. Ognuno presenta vantaggi e limiti che devono essere attentamente discussi durante la visita pre-operatoria.
Posizionamento sottoghiandolare
La protesi è collocata subito dietro la ghiandola mammaria.
- Vantaggi: recupero più rapido, minore dolore post-operatorio.
- Limiti: meno indicato per pazienti con tessuti sottili, perché i margini della protesi potrebbero risultare visibili o palpabili, maggior rischio di contrattura capsulare.
Posizionamento sottomuscolare (retromuscolare)
La protesi viene posta interamente sotto il muscolo grande pettorale.
- Vantaggi: risultato molto naturale, margini della protesi meno visibili, miglior resa nelle indagini radiologiche (mammografia).
- Limiti: recupero più doloroso e tempi di guarigione leggermente più lunghi. Nella tecnica sottomuscolare totale nel tempo i tessuti scendono per il naturale invecchiamento e la protesi rimane un po’ alta con un effetto doppia bolla (double bubble) nella visione di profilo.
Tecnica Dual Plane
La protesi è posizionata in parte sotto il muscolo e in parte sotto la ghiandola. È oggi una delle tecniche più diffuse perché unisce i vantaggi delle due precedenti.
- Vantaggi: effetto naturale nella parte superiore e buona morbidezza nel polo inferiore, indicata soprattutto in pazienti con poco tessuto mammario.
- Limiti: esecuzione tecnicamente più complessa, richiede grande esperienza del chirurgo.
In questi 2 articoli dimostrano come il rischio di contrattura capsulare periprotesica sia più elevato nel posizionamento sottoghiandolare, poi nel sottofasciale, mentre il più sicuro rimane il sottomuscolare normale o dual plane:
I Piani di Alloggiamento protesi: differenze e indicazioni cliniche
Il piano di posizionamento della protesi condiziona sia l’aspetto estetico finale sia la qualità del recupero post-operatorio. La scelta viene fatta dal chirurgo in base all’anatomia della paziente, ai tessuti disponibili e al risultato desiderato.
| Piano di Alloggiamento | Caratteristiche | Vantaggi | Quando è indicato |
|---|---|---|---|
| Sottoghiandolare | La protesi è inserita sotto la ghiandola mammaria e sopra il muscolo pettorale. | Recupero più rapido, dolore post-operatorio minore. | Pazienti con tessuti mammari sufficientemente spessi che garantiscono copertura naturale della protesi. |
| Sottomuscolare | La protesi è posizionata interamente sotto il muscolo grande pettorale. | Maggior copertura della protesi, riduzione del rischio di visibilità dei bordi o “rippling”. | Indicato per pazienti con tessuti sottili o poco volume ghiandolare. |
| Dual Plane | La parte superiore della protesi è sotto il muscolo, quella inferiore a contatto diretto con la ghiandola. | Risultato estetico più naturale, buon equilibrio tra copertura e morbidezza del polo inferiore. | Considerata la tecnica più versatile; ideale in molti casi clinici, in particolare con tessuti sottili e necessità di un décolleté morbido. |
Come si Svolge l’Intervento di Mastoplastica Additiva: Anestesia, Durata e Degenza
L’intervento di mastoplastica additiva è una procedura di chirurgia maggiore che viene pianificata con attenzione e svolta in ambiente clinico sicuro.
Anestesia
Nella maggior parte dei casi, l’intervento si esegue in anestesia generale, che garantisce massima sicurezza e assenza di dolore durante tutta la procedura. In casi selezionati e concordati con l’anestesista, può essere utilizzata la sedazione profonda associata ad anestesia locale, tecnica che riduce i tempi di recupero e il senso di affaticamento post-operatorio.
La gestione del dolore viene oggi affrontata in modo multimodale, cioè combinando diversi farmaci analgesici a basse dosi. Questo approccio riduce l’uso di oppioidi e consente un risveglio più rapido e confortevole.
Durata Media dell’Operazione
L’intervento ha una durata variabile tra i 60 e i 90 minuti, a seconda della tecnica chirurgica scelta, del tipo di protesi utilizzata e della complessità del caso (ad esempio nei re-interventi o nelle mastoplastiche additive combinate con mastopessi).
Degenza e Dimissioni
- Day surgery: nella maggior parte dei casi, la paziente può lasciare la clinica in giornata, dopo alcune ore di osservazione post-operatoria.
- Una notte di ricovero: può essere consigliata in situazioni particolari (intervento più complesso, condizioni cliniche da monitorare o preferenza della paziente).
Durante la degenza, vengono eseguiti i primi controlli, posizionato il reggiseno contenitivo e fornite le indicazioni post-operatorie fondamentali per il recupero.
Il Recupero Post-Operatorio e la Gestione del Dolore
Il decorso post-operatorio della mastoplastica additiva è una fase delicata, che richiede attenzione, riposo e il rispetto delle indicazioni del chirurgo. È del tutto normale sperimentare gonfiore, dolore e piccoli lividi nei primi giorni: si tratta di segni transitori dell’intervento, destinati a ridursi progressivamente.
Il dolore è soggettivo, ma oggi viene gestito in maniera efficace con protocolli analgesici multimodali, che combinano diversi farmaci per ridurre il disagio e facilitare un recupero più confortevole.
Durante i primi mesi è fondamentale indossare un reggiseno contenitivo (generalmente per almeno 4–12 settimane), che aiuta a stabilizzare le protesi e a favorire una guarigione ottimale. Le cicatrici, inevitabili in ogni procedura chirurgica, tendono con il tempo a diventare meno evidenti, schiarendosi nei mesi successivi.
Timeline del Recupero
| Periodo Post-Operatorio | Cosa Aspettarsi | Consigli Essenziali |
|---|---|---|
| Prime 24–48 ore | Dolore moderato (più intenso in Dual Plane), gonfiore ed ecchimosi. | Riposo assoluto, posizione semi-eretta durante il sonno, reggiseno compressivo h24, terapia analgesica programmata. |
| 1 settimana | Diminuzione del dolore acuto; sensazione di tensione toracica. | Ripresa attività sedentarie; evitare sollevamento pesi; guidare solo se non si avverte dolore. |
| 2–3 settimane | Riduzione significativa di gonfiore e lividi; possibile rimozione dei punti se non riassorbibili. | Graduale ritorno al lavoro (se non manuale). |
| 4–6 settimane | Le protesi iniziano a stabilizzarsi; il seno appare più naturale. | Possibile ripresa di attività leggere e sport moderati; evitare sport ad alto impatto. Inizio creme cicatriziali su indicazione medica. |
| 1–3 mesi | Ammorbidimento progressivo dei tessuti; cicatrici in fase di maturazione. | Ripresa graduale della vita quotidiana, inclusa attività sportiva più intensa (su autorizzazione del chirurgo). |
| 6–12 mesi | Cicatrici che si schiariscono; seno stabilizzato nella forma definitiva. | Risultato estetico finale valutabile; mantenere controlli periodici dal chirurgo. |
Ritorno al lavoro e attività quotidiane
- Lavori sedentari: spesso è sufficiente una settimana di riposo.
- Lavori fisicamente impegnativi: possono essere necessari 2–3 settimane, in base alla tipologia di attività.
- Sport: in genere sospeso per almeno 4–6 settimane; attività leggere possono essere riprese prima, mentre quelle più intense richiedono tempi più lunghi.
Rischi, Complicanze e Controindicazioni
La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia maggiore: sicuro nelle mani di specialisti qualificati, ma non privo di rischi.
Informare correttamente la paziente è parte essenziale del consenso informato e permette di affrontare la procedura con consapevolezza.
Complicanze generali della chirurgia
- Infezioni: rare, ma talvolta richiedono terapie antibiotiche o, nei casi più severi, la rimozione temporanea della protesi.
- Sanguinamento / ematomi: si manifestano nelle prime ore o giorni e, in alcuni casi, possono richiedere un nuovo intervento di drenaggio.
- Fenomeni tromboembolici: presenti in ogni chirurgia maggiore; il rischio viene ridotto con profilassi farmacologica e mobilizzazione precoce.
- Reazioni allergiche: a farmaci anestetici, antibiotici o altri medicinali impiegati nel peri-operatorio.
Complicanze specifiche della mastoplastica additiva
La mastoplastica additiva, pur essendo una procedura sicura nelle mani di chirurghi esperti, comporta alcune possibili complicanze specifiche. La più nota è la contrattura capsulare, ovvero la formazione di una capsula cicatriziale eccessivamente rigida attorno alla protesi.
Questa condizione può determinare indurimento, dolore e, nei casi più avanzati, una deformazione visibile del seno, rendendo talvolta necessario un nuovo intervento correttivo. Le moderne protesi e le tecniche attuali hanno significativamente ridotto l’incidenza di questa complicanza, ma non l’hanno eliminata del tutto.
Aesthetic Surgery Journal Issue: Volume 39(5), May 2019, p 495-508. Da questo studio si vede come l’incidenza della contrattura capsulare con le protesi di ultima generazione sia notevolmente abbassata
Un’altra evenienza è la rotazione, dislocamento o spostamento della protesi, che può compromettere la simmetria e l’armonia del risultato. Anche in presenza di un intervento tecnicamente corretto, la protesi può subire micro-movimenti nel tempo, soprattutto in pazienti con tessuti molto lassi o in caso di traumi locali.
Le protesi lisce sono le più esposte ai dislocamenti, perché non aderendo perfettamente ai tessuti possono spostarsi lateralmente verso la regione ascellare o in basso sotto il solco sottomammario (fenomeno definito bottoming out). Le protesi in poliuretano, al contrario, aderiscono maggiormente ai tessuti e non tendono a dislocarsi dalla posizione scelta.
Le alterazioni della sensibilità del capezzolo o dell’area mammaria rappresentano un ulteriore aspetto da considerare. Nella maggior parte dei casi si tratta di variazioni transitorie, che tendono a risolversi spontaneamente, ma in alcune pazienti la riduzione o l’aumento della sensibilità può persistere nel lungo periodo.
In una piccola percentuale di casi, alcune donne riferiscono dolore cronico al seno dopo l’intervento, ossia un fastidio che perdura oltre i normali tempi di recupero post-operatorio. È una condizione rara, ma deve essere menzionata con trasparenza.
Un rischio meno frequente ma possibile è la rottura della protesi. Grazie ai materiali di ultima generazione, oggi questo evento è raro e generalmente silente,
ma può essere diagnosticato attraverso controlli ecografici o risonanze magnetiche periodiche.
Merita attenzione anche il cosiddetto rippling, ossia la formazione di ondulazioni visibili o palpabili sulla superficie della protesi. Questo fenomeno si manifesta soprattutto nelle pazienti con tessuti sottili e scarsa copertura cutanea e può essere più o meno evidente a seconda della posizione e del tipo di protesi utilizzata.
Generalmente il rippling si localizza lì dove i tessuti sono più sottili, ovvero la regione laterale del torace e quella sternale nei casi di posizionamento dual plane, mentre in tutta la superficie di posizionamento della protesi se quest’ultima è stata posizionata a livello sottoghiandolare.
Il rippling può essere affrontato eseguendo dei lipofilling nella regione sottile, in modo da aumentare la copertura della protesi nella nostra paziente magra.
È importante ricordare anche la Sindrome di Mondor, che si presenta come una tromboflebite monolaterale con la comparsa di uno o più cordoni sottopelle nella regione mammaria inferiore, di solito a livello del solco sottomammario. Questo è un fenomeno che si può presentare sia nella mastoplastica additiva che nella mastoplastica riduttiva e si risolve da solo nel giro di qualche mese.

Infine, alcune donne possono incontrare difficoltà con l’allattamento, in particolare quando viene scelta un’incisione periareolare. Sebbene la maggioranza delle pazienti riesca comunque ad allattare, è importante affrontare questo tema già nella fase di pianificazione chirurgica.
Altra complicanza che può accadere nella mastoplastica additiva è la simmastia cioè l’unione delle protesi centralmente in una sola tasca.
Le protesi in questo caso anziché essere separate centralmente tra loro, sono unite in un’unica tasca che mette in comunicazione il lato destro e sinistro.
Nella simmastia la pelle centrale che ricopre lo sterno nella zona che separa le due mammelle, zona che in medicina si chiama seno, appare rialzata dal piano osseo.
La simmastia può accadere o per protesi decisamente troppo grandi per quel torace o per scorretto uso di reggiseni o fasce che tendono troppo precocemente ad avvicinare tra loro le protesi nel periodo post operatorio.
Risultati e Limiti della Mastoplastica Additiva
I risultati della mastoplastica additiva, se eseguita da un chirurgo esperto, sono nella maggior parte dei casi stabili, naturali e capaci di restituire armonia alla silhouette. Non si tratta soltanto di un cambiamento estetico: molte donne riferiscono anche un miglioramento della percezione di sé e della propria autostima, con ricadute positive nella vita quotidiana e nelle relazioni.
Tuttavia, è fondamentale ricordare che ogni esito dipende da fattori individuali, come la qualità dei tessuti, la risposta personale ai processi di guarigione, il tipo di protesi utilizzata e lo stile di vita.
È importante avere aspettative realistiche: nessun intervento garantisce la perfezione assoluta.
La mastoplastica additiva non può e non deve essere vissuta come la ricerca di una perfezione assoluta. È piuttosto un percorso di miglioramento, che richiede consapevolezza dei limiti biologici e chirurgici, oltre che aspettative realistiche.
Infine, va considerato che le protesi non sono dispositivi permanenti: con il passare degli anni potrebbero rendersi necessari controlli regolari, un eventuale reintervento di sostituzione o una procedura combinata (come la mastopessi) per mantenere il risultato nel tempo.
Non tutte le donne possono affrontare immediatamente una mastoplastica additiva: esistono situazioni cliniche in cui l’intervento è sconsigliato o rinviato, per motivi di sicurezza e di risultato.
In presenza di infezioni in corso (anche non legate al seno) l’organismo è già impegnato nella risposta immunitaria, e un intervento chirurgico potrebbe aumentare il rischio di complicanze.
Un’altra controindicazione è rappresentata da patologie oncologiche o lesioni sospette al seno che non siano state ancora trattate o diagnosticate con precisione.
In questi casi la priorità assoluta è la gestione della malattia, e solo successivamente si può valutare un eventuale intervento ricostruttivo o estetico.
La mastoplastica additiva non è inoltre indicata in fase di gravidanza o allattamento, periodi in cui il seno subisce modificazioni fisiologiche importanti. Aspettare la stabilizzazione dei tessuti consente di ottenere risultati più sicuri e duraturi.
Infine, anche in assenza di condizioni mediche, l’intervento può essere rimandato quando emergono aspettative estetiche irrealistiche o motivazioni non pienamente consapevoli. Una scelta ponderata, fatta con il supporto del chirurgo, è fondamentale per vivere l’esperienza in modo sereno e con soddisfazione.
In tutti questi casi, la mastoplastica additiva non viene esclusa in assoluto, ma semplicemente rinviata fino a quando sussistono le condizioni cliniche e psicologiche per affrontarla in totale sicurezza.
Quanto Costa una Mastoplastica Additiva?
Determinare il costo preciso di una mastoplastica additiva è complesso, perché dipende da numerosi fattori: tipo e marca della protesi, tecnica chirurgica adottata, eventuali procedure associate, onorari del chirurgo, costi della clinica e degli esami pre/post operatori.
Indicativamente il costo di una mastoplastica additiva in Italia varia mediamente tra i 6.000 e i 10.000 €, a seconda della tipologia di protesi scelta, della tecnica chirurgica, dell’esperienza del chirurgo e delle tariffe della clinica.
Si tratta di un investimento importante, che può includere anche spese accessorie come gli esami pre-operatori, i controlli post-operatori e, in alcuni casi, interventi futuri di sostituzione delle protesi.
Per un approfondimento dettagliato sulle voci di costo e i fattori che influenzano il preventivo finale, puoi leggere la guida dedicata: Quanto costa rifarsi il seno.
Infine, riguardo alla mutuabilità, la mastoplastica additiva a scopo puramente estetico non è coperta dal Sistema Sanitario Nazionale; può essere mutuabile solo quando parte di un intervento ricostruttivo o legato a condizioni patologiche del seno.
Se desideri valutare se la mastoplastica additiva è adatta a te, puoi prenotare una visita conoscitiva con il Dott. Pietro Campione.
⚠️ IMPORTANTE:
Le informazioni contenute in questo articolo sono fornite a scopo informativo generale e non costituiscono un parere medico personalizzato, una diagnosi o una raccomandazione di trattamento.
Consultare sempre il Dott. Pietro Campione o un medico chirurgo qualificato per una valutazione specifica del proprio caso clinico.


