Protesi al seno: differenze fra protesi anatomiche, rotonde o a goccia

In questo articolo sono raccolte informazioni sulle protesi al seno che possono essere utili a tutte le persone che desiderano sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva per aumentare il volume del proprio seno.

Negli ultimi anni la mastoplastica additiva è diventata uno degli interventi più richiesti nel campo della chirurgia estetica, assieme agli interventi di rinoplastica e blefaroplastica.

Moltissime donne hanno il desiderio di avere un seno più voluminoso e prosperoso.
Il seno è una delle parti del corpo femminile che più esprime sensualità e erotismo ed è legato molto all’aspetto psicologico nella donna.

Infatti, avere un seno piccolo, può provocare dei disturbi psicologici importanti. Un seno piccolo può causare insicurezza e scarsa autostima, con conseguenze sulla sfera sociale ed affettiva.

Cosa sono le protesi al seno

Le protesi al seno sono dispositivi medici utilizzati per aumentare le dimensioni del seno o per ripristinare la forma del seno dopo un intervento chirurgico, come la mastectomia.

Possono essere realizzate in silicone, in gel di poliuretano o in soluzione salina e possono essere inserite in diversi punti del seno, come sotto il muscolo o sopra il muscolo. Le protesi al seno possono essere utilizzate per motivi estetici o medici, e il tipo di protesi utilizzata dipenderà dalle esigenze individuali di ogni paziente.

Le protesi mammarie sono regolamentate da normative di legge che stabiliscono requisiti per la sicurezza e la qualità delle protesi, e richiedono che le aziende forniscano informazioni sulle prestazioni e sui rischi associati alle protesi, in modo che i medici e i pazienti possano prendere decisioni informate.

Protesi al seno: normative per la sicurezza

Le protesi mammarie sono regolamentate da diverse normative a livello mondiale, tra cui la normativa europea sui dispositivi medici (MDD) e la normativa americana sui dispositivi medici (FDA).

In Europa, le protesi mammarie sono regolate dalla Direttiva 93/42/CEE del Consiglio, nota come Direttiva sui dispositivi medici (MDD), che stabilisce requisiti per la sicurezza, la qualità e la prestazione dei dispositivi medici. La MDD stabilisce anche i requisiti per la marcatura CE e la notifica dei dispositivi medici.

Negli Stati Uniti, le protesi mammarie sono regolate dalla Food and Drug Administration (FDA) come dispositivi medici di classe III. La FDA stabilisce requisiti per la sicurezza e la qualità delle protesi mammarie e richiede che le aziende forniscano dati di sicurezza e prestazioni per ottenere l’approvazione per la commercializzazione delle protesi mammarie.

In Italia, Il Decreto Legislativo n. 24/1997 stabilisce inoltre le responsabilità degli operatori sanitari per quanto riguarda la sicurezza e la qualità delle prestazioni sanitarie, tra cui le procedure per l’inserimento delle protesi mammarie e la gestione dei possibili rischi e complicazioni. Inoltre, stabilisce la necessità che gli operatori sanitari forniscano informazioni complete e trasparenti ai pazienti sui rischi e sui benefici delle protesi mammarie prima di procedere con un intervento di chirurgia estetica.

Tipi di protesi al seno

In generale, esistono 3 tipo di protesi mammarie a seconda del materiale con cui sono realizzate:

  • Protesi al silicone: sono le più comuni e sono realizzate con un rivestimento in silicone che contiene un gel di silicone. Queste protesi sono morbide al tatto e si adattano naturalmente al corpo. Esistono in diverse forme, come rotonde o anatomiche, e possono essere piene o semipiene.
  • Protesi in poliuretano: sono meno comuni rispetto a quelle in silicone. Sono realizzate con un rivestimento in poliuretano che contiene un gel. Queste protesi sono più rigide rispetto a quelle in silicone e si adattano meno naturalmente al corpo.
  • Protesi a soluzione salina: sono composte da una capsula in silicone vuota che viene riempita di soluzione salina (acqua salata sterile) dopo l’inserimento. A differenza delle protesi al silicone, che sono piene di gel di silicone, le protesi a soluzione salina sono più leggere e hanno una sensazione più simile al tessuto naturale del seno. In caso di rottura della capsula, la soluzione salina viene assorbita dal corpo senza causare danni. Le protesi a soluzione salina hanno una forma meno stabile rispetto alle protesi in silicone e possono causare più facilmente ondeggiamenti e spostamenti.

La superficie della protesi

La superficie delle protesi al seno può essere liscia o rugosa.

Le protesi al seno con superficie liscia sono le più comuni e hanno una superficie liscia e omogenea. Queste protesi offrono un aspetto naturale e sono meno probabili di causare irritazioni o infezioni del tessuto circostante.

Le protesi al seno con superficie rugosa sono meno comuni e hanno una superficie con una texture leggermente ruvida. Queste protesi sono state progettate per aiutare a evitare la formazione di tessuti fibrosi intorno alla protesi, noto come capsulite. Tuttavia, le protesi con superficie rugosa possono essere più visibili sotto la pelle e causare irritazioni o infezioni del tessuto circostante.

Forme delle protesi al seno

La forma delle protesi incide in modo importante sul risultato che si vuole ottenere.

La protesi al seno deve essere scelta in base alla conformazione morfologica della persona e al risultato desiderato.

Le forme di protesi mammarie più diffuse sono:

  • Protesi rotonde;
  • Protesi a goccia, di forma anatomica;
  • Protesi ergonomiche;

Rotonde

Le protesi rotonde hanno una forma sferica e sono utilizzate per aumentare il volume del seno, da quelli di forma armonica a quelli cadenti . Sono adatte per donne con una base larga del seno e possono essere utilizzate per creare una forma più rotonda e proporzionale.

Essendo protesi simmetriche non si corre il rischio della rotazione dell’impianto e il rischio che la protesi possa subire uno spostamento è estremamente ridotto.

Anatomiche

Le protesi mammarie anatomiche sono protesi in silicone che hanno una forma più simile a quella di un seno naturale rispetto alle protesi rotonde.

Sono state progettate per creare un aspetto più naturale e proporzionato del seno, e possono essere utilizzate per riprodurre la forma del seno naturale dopo un intervento chirurgico, come una mastectomia.

Esse possono essere divise in 2 tipologie: a goccia e a tazza.

  • protesi anatomiche a goccia (o a forma di pera) hanno una parte inferiore più larga e una parte superiore più stretta, seguendo la forma del seno naturale. Sono adatte per donne con una base stretta del seno e possono essere utilizzate per creare una forma più lunga e sottile del seno.
  • protesi anatomiche a tazza invece, hanno una forma più arrotondata e tondeggiante, per adattarsi alle donne con una base del seno più ampia.

Le protesi anatomiche sono più complesse da inserire rispetto alle protesi rotonde, poiché devono essere posizionate con precisione per creare un aspetto naturale e proporzionato del seno.

Ergonomiche

Le protesi ergonomiche sono un tipo di protesi mammarie in silicone che sono state progettate per adattarsi alla forma del torace di ogni donna, creando una maggiore stabilità e una migliore distribuzione del peso. Possono essere utilizzate per migliorare la simmetria del seno e per aumentare la dimensione del seno.

Queste protesi presentano una forma più flessibile e versatile rispetto alle protesi tradizionali in silicone, questo permette di adattarsi alle diverse conformazioni del torace e delle ascelle.

Tecniche per l’inserimento delle protesi al seno

Esistono sostanzialmente 3 tecniche per l’inserimento delle protesi mammarie a seconda del posizionamento della protesi stessa:

  • Tecnica sotto ghiandolare;
  • Tecnica sottmuscolare;
  • Tecnica Dual Plane;

Tecnica sottoghiandolare

Tramite questa tecnica il chirurgo posiziona la protesi nella zona retroghiandolare, con questo approccio viene messo in risalto il volume e la forma del seno che risulta più marcato e evidente. Questa tecnica risulta più semplice per il chirurgo ma presenta un potenziale difetto, le protesi mammarie risultano più visibili e l’esame mammografico diviene più complesso.

Si ricorre a questa tecnica quando il tessuto sottocutaneo è sufficientemente spesso da garantire un naturale aspetto del seno.

Tecnica retromuscolare;

Tramite questa tecnica la protesi viene inserita al di sotto del muscolo grande pettorale, si riduce la visibilità della protesi e si ottiene un effetto estetico estremamente naturale.

Con la tecnica retromuscolare i margini della protesi rimangono ben nascosti e si riduce il rischio di una contrattura capsulare.
Questo intervento non crea problemi per l’esame mammografico ma è più complesso e più lungo di quello sottoghiandolare, senza dimenticare della possibilità che la protesi si sposti verso l’alto.

Si ricorre alla tecnica retromuscolare quanto il tessuto sottocutaneo presente nella zona mammaria è troppo sottile e l’inserimento di una protesi con la tecnica retroghiandolare produrrebbe un risultato estetico artificioso palesando il seno rifatto.

Tecnica Dual Plane

Tramite questa tecnica la parte superiore della protesi viene collocata al di sotto del muscolo grande pettorale, in un punto in cui la cute è meno spessa e cresce il rischio di palpabilità della protesi, in questo modo il bordo superiore della protesi sarà protetto dal muscolo pettorale e dalla pelle per avere un effetto molto naturale del profilo mammario.

Al contempo, la parte inferiore della protesi, che fuoriuscirà dal bordo inferiore del muscolo gran pettorale, sarà posizionata sotto la ghiandola.
Lo scopo è duplice: da un lato il seno ha un aspetto più naturale; dall’altro lato il rischio di spostamento verso la parte superiore diminuisce.

In poche parole, se si sceglie di collocare la protesi sotto il muscolo grande pettorale in modalità dual plane, di solito si ha a che fare con un miglior risultato dal punto di vista estetico, ma non solo; si beneficia di una maggior durata e di una resa più naturale.

Un altro vantaggio da non sottovalutare è rappresentato dalla riduzione del rischio di contrattura capsulare.

Dott. Pietro Campione

Il dott. pietro campione è un medico chirurgo iscritto all’ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di prato con il numero di iscrizione 1.168, è socio ordinario della s.i.c.p.r.e. (società italiana chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica) e socio ordinario dell’ aicpe (associazione italiana di chirurgia plastica estetica).

Laureatosi in medicina e chirurgia si è successivamente specializzato in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica presso l’Università degli studi di Firenze col massimo dei voti e lode. E’ stato ammesso come residente interno presso la Clinica Planas di Barcellona (Spagna), dove ha potuto affiancare i migliori chirurghi plastici internazionali durante un anno di fellowship interamente dedicata alla chirurgia estetica del viso e del corpo.

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